Maggio 15, 2024

L’ipotesi di privatizzazione delle Poste Italiane “è una scelta sbagliata”. E’ quanto si legge, in una nota, della Cgil e la Slc Cgil di Roma e del Lazio. “Nelle ultime settimane il Governo Meloni ha rilasciato alla stampa ulteriori dichiarazioni sulla privatizzazione di Poste Italiane attraverso la cessione delle quote azionarie possedute dal Mef pari al 30 per cento. Se tale processo dovesse realizzarsi, si passerà dal controllo della maggioranza pubblica, tramite lo Stato, a quello di una maggioranza privata, magari con l’entrata dei Fondi di investimento – aggiunge il sindacato -. Ciò comporterebbe il venir meno di quel ruolo sociale che oggi questa grande azienda possiede, con i suoi 120mila dipendenti, circa, a livello nazionale, di cui oltre 16mila nel Lazio, e con i suoi 650 uffici postali attivi nella regione, di cui circa 120 nella sola città di Roma e i restanti 530, distribuiti nelle provincie di Roma, Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo. È bene ricordare – continua la Cgil – che a oggi Poste Italiane fornisce un servizio universale, ovvero uffici postali aperti e consegna della corrispondenza, anche in zone non vantaggiose dal punto di vista economico, a vantaggio di persone più fragili, delle aree più periferiche e dei tanti piccoli comuni della nostra regione. Sicuramente con la privatizzazione tutto questo potrebbe venire meno. Il Governo Meloni con questa decisione dismetterà un ulteriore asset strategico per il nostro Paese e fara’ venire meno, inoltre, l’unicità aziendale provocando in alcuni settori aziendali tagli di personale”. “Nei prossimi giorni – conclude il sindacato – chiederemo incontri ai Comuni e alla Regione Lazio e confronti con la cittadinanza al fine di far conoscere quelli che sono i rischi della privatizzazione e chiedere loro un forte impegno congiunto per fermare una scelta che reputiamo profondamente sbagliata”.